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      Voi vedete! gli č per un mille crazie! per un tozzo!
      - Ma! gli č precisamente codesto tozzo che mi manca.
      - Tanto peggio per voi allora. Io non posso ribatterne un carlino. La piccola Passaro pretende anch'essa cinquecento ducati per le sue spille, adesso, l'orrida cammella! Fosse bella almeno!
      - E voi non pensate a farla saltare, eh?
      - Perdio! Se ci penso! Ma con un'altra sarebbe la stessa minestra. A meno che io non metta a quel posto una guidoncella di mia conoscenza che per riconoscenza non mi ricatti.
      - L'č giusto.
      - Ma quel porco grossolano monaco....
      - Qual monaco?
      - Monsignor Cocle, perdio! che vede pertanto delle belle dame alla corte e passa al bucato la coscienza del re e della regina.... sissignore! egli si č impaniato in quella moresca butterata...
      - Che specie di femmina č dunque codesta piccola Passaro? domandō Don Diego, intrigato perchč colui parlasse di codesto, e cosė liberamente, con lui, cui punto non conosceva.
      - Ma l'č di lei che io parlo. Figuratevi un botticello, cremisino, a grosse labbra di mora, senza vita e senza spirito, con un subbisso di ciccia che sbocca ed inonda dovunque, che s'ubbriaca con Monsignore, che mangia quanto lui, vale a dire come quattro uscieri; un compagnone d'indigestione in gonnella!
      - E nient'altro che questo?
      - Ma! vi debbe essere altresė qualche altra cosa.... ma poco.
      - Ebbene, bisognerebbe presentare a monsignore un partner dei suoi piaceri di un altro stampo.
      - Ah! se avessi una sgualdrinella parigina sotto la mano! Lo farei marciare il vecchio maiale, veh!


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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