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      Chi domine siete voi che esigete ch'altri s'incomodi per nulla onde tornarvi gradito? Ma il mondo vive di scambi, mio brav'uomo! Senza la reciprocità della pena e del piacere non vi sarebbe società, quel sere! Io non scorgo nulla nelle proposizioni del R. P., il quale è dei miei amici, che possa offendervi. Ma, infine, se egli mettesse un prezzo al suo favore... per Giove! io lo trovo naturalissimo. Voi potete accettare o rifiutare; non avete il diritto di lamentarvi e d'insultare. Io non so che diavolo venite a fare in casa mia allora.
      - Voi sapevate dunque che cosa quel gesuita voleva proporre, consigliandomi di mandare mia sorella a confessione da lui?
      - Non lo sapevo, ma come non ignoro che in questo mondo non si fa nulla per nulla, - ex nihilo nihil fit - io ne sospettava un pochino.
      - E voi pensavate....
      - Ah! gnocchi! voi mi annoiate, l'abate. Perchè andate voi dal barbiere se non avete voglia di farvi la barba? Ma ella è dunque così bella vostra sorella? Ella è così bella che n'è venuto l'acquolina alla bocca perfino al Reverendo Padre?
      Don Diego uscì senza salutare. Don Domenico lo richiamò.
      - L'abate, disse egli in tuono serio, non fanciullaggini. Le occasioni sono calve all'occipite, ha detto Rabelais; non le si acchiappano più quando sono passate. Ascoltatemi dunque. Mio fratello mi ha scritto di nuovo da Salerno per chiedermi ciò che avevo fatto per voi, malgrado le vostre stranezze. Io vado a parlar oggi al ministero con qualcuno che potrà forse darvi del lavoro. Andrò a vedervi in casa stasera, prima delle dieci, perchè io pranzo precisamente col canonico a cui sembrami il P. Piombini abbia fatto allusione.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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