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      Si principiava sempre così.
      - Pigli caffè, don Dumi! domandò monsignore levandosi da tavola ed entrando nel salone.
      - Ringrazio V. Ecc. Rev.ma. Ho preso or ora un cioccolatte abbominevole che mi strangola ancora. Il mondo va a tutti i diavoli. Oggidì, non è più possibile di essere ben servito che al monistero.
      - L'è naturale, mio Dio, poichè codesti infami liberali proclamano i diritti dell'uomo! Se si avvisassero un giorno di proclamare altresì i diritti del monaco, buona notte! noi saremmo così mal serviti come i borghesi.
      - Ciò arriverà, voi lo vedrete. Al passo con cui andiamo?... Ei parlan perfino del diritto al lavoro! Trono di Dio! il lavoro? Se domandassero almanco il diritto di non lavorare!... A proposito di non lavorare, io arrivo da San Pasquale ad Aram. Voi avete dunque dormito al convento la notte scorsa, monsignore?
      - Non me ne parlate! Sì, ho dormito al convento.
      - Comprendo codesta predilezione, monsignore; vi siete più tranquillo.
      - La peste s'abbia la tranquillità! Le campane, il mattutino, i canti, la gente che gironza pei corridoi, che cospetta, che tossisce, che brontola, a mezzo addormita, gli sciocchi che sbagliano la porta, gli ubbriachi che piagnucolano sui rigori dei mariti, i gatti che danno dei cattivi esempi, la puzza del refettorio.... Laus deo! amo meglio altra cosa. Infine, perchè sei tu andato fino al convento?
      - Ah! ecco. Si tratta, monsignore, del successore del vescovo di Teramo che ha avuto il buon senso di morire.
      - Ebbene, codesto successore si presenta egli?


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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