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      Qualunque sarà la vostra risposta, voi mi permetterete di dirmi sempre
     
      Napoli, il 2 maggio 1847.
      Vostro amico sincerissimoDomenico Taffa,
      Capo di Rip. al ministero del culto.
     
      Questa lettera gittò Don Diego nello stupore. Egli contemplò sua sorella con un'attenzione ostinata, come se avesse voluto scovrire nei tratti della giovinetta la sorgente di quei miracoli, poi gridò come un uomo stordito, indirizzandosi a sua sorella ed al barone di Sanza:
      - Io non posso contenermi. Bisogna che vi legga la lettera.
      E la lesse. Bambina si coprì il viso con ambo le mani per nascondere la sua commozione. Tiberio sorrise leggermente senza manifestare il minimo turbamento.
      - Che mi consigliate voi, amico mio? dimandò Don Diego.
      Il barone si levò, prese il suo cappello e rispose:
      - Io conosco quell'uomo. Egli vuol essere consigliere di Stato, segretario generale del suo ministero, forse anche ministro. Bambina è il prezzo di quei posti.
      Ei salutò ed uscì, udendo Don Diego che mormorava come atterrato:
      - Suicidarmi, divenir spia, prostituire mia sorella: ecco la mia sorte! No: Dio non c'è!
      Bambina che accompagnava il barone di Sanza, gli susurrò a voce bassa:
      - Avrei da parlarvi.
     
     
     
      IX.
     
      La tempesta si addensa.
     
      Bambina restò sotto le armi tutta la giornata seguente; il barone di Sanza non comparve.
      Don Diego uscì di buon'ora volendo evitare una spiegazione con sua sorella, e non rientrò che la sera. Egli vide Don Domenico Taffa, lo ringraziò dell'onore che gli aveva compartito, chiedendogli la mano di Bambina; accettò la proposta condizionatamente; dimandò una settimana di tempo per presentarlo a sua sorella, quel tempo essendogli necessario per sciogliere la sua parola col conte di Craco che destinava la giovinetta al barone di Sanza; disse che costui non gli sembrava punto tenero della sua fidanzata: promise che Bambina non andrebbe più a confessarsi.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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