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      Rinunzia però al resto.
      - No, Bambina, tu non mi abbandonerai nel mio naufragio. Tu sola, tu puoi salvarmi, salvarci. La caduta di una donna non lascia tracce indelebili. Si ha pietà di lei. Si obblia, si perdona, si compatisce, si spiega l'infortunio, lo si circonda di tutte le circostanze attenuanti... Poi, un marito si presenta e tutto s'ingoia in quel baratro che assorbe la donna, che ne cancella perfino il nome. Questa tavola di marmo, allogata sur una cloaca, la cangia in altare.
      - E la coscienza?
      - Non parlare di ciò che tu ignori, fanciulla. La coscienza non è il pentimento, ma il rimpianto. Ora, tu non hai nulla a rimpiangere. Tu soccombi, tu ti sacrifichi, tu mi salvi..., il tuo cuore, i tuoi sensi, la tua volontà, la tua scelta, il tuo piacimento..., e' non vi sarà nulla del tuo. Che rimpiangeresti tu dunque? Ma una vita nuova ti sorriderebbe. Io lavorerei per te, per costituirti una dote. Io risparmierei. Brillerei. Avrei dello zelo.... Sorella di un vescovo! dotata della tua bellezza! all'età tua! sotto un altro cielo! Bambina, il tuo cuore si aprirà. Tu amerai. Tu potrai pretendere a tutto. Un giorno di lutto e di sacrifizio sarà presto obbliato: il sole dell'avvenire l'assorbirà. La colpa... l'è poi una colpa? si perderà nel silenzio.
      - Cessa Diego: tu mi fai orrore! urlò Bambina coprendosi la faccia delle mani.
      - Bambina, te ne scongiuro a ginocchio, non lasciarmi solo a portar questa croce. Non sono io che vi ho pensato il primo. Non sono io che ti forzerei se fossi sicuro che potremmo sottrarci a questo destino.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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