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      Con un colpo d'occhio rapido ed intelligente il lazzarone giudicava il suo cliente, lo valutava come se lo avesse conosciuto da vent'anni. Dopo questo apprezzamento e' si disponeva ad agire. La conclusione di questo ragionamento era del resto assai semplice: aver dei danari con o senza accompagnamento di busse.
      Le busse non entravano in conto: erano una cosa sì abituale, che col tempo era divenuta natura.
      I lazzaroni che avevano accompagnato la vettura si gittavano dunque immediatamente sul bagaglio e si distribuivano i colli. Che l'uno o l'altro pigliasse una pesante valigia, un sacco da notte, un bastone, un porta-capello o una canna di pipa, importava poco. Era una buona o una cattiva fortuna, ecco tutto. Ma colui che si era impossessato del bastone si guardava bene di caricarsi per sopra più del paraacqua. Ciò sarebbe stato un invadere i dritti del compagno, un violare il dritto di proprietà, il dritto al lavoro, il dritto al salario..... ed il lazzarone, che non aveva alcun dritto, li rispettava tutti.
      Quanto al viaggiatore, e' non poteva più toccare alle sue cose: lo avrebbero bastonato. Imperciocchè ciò sarebbe stato "un rubare la povera gente la quale non aveva che quello per vivere!" Se il viaggiatore aveva l'aria un po' determinata, gli si faceva la grazia di lasciargli scegliere il suo albergo. Diversamente, il povero provinciale doveva stimarsi felice di correre a tutte gambe dietro ad una mezza dozzina di lazzaroni che, essendosi impadroniti dei suoi bagagli, lo avrebbero condotto(24) in America.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





America