Pagina (203/387)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E Gabriele presentava già le sue due piastre maculate di sangue, quando sentì due mani posarsi sulle sue braccia ed abbrancarlo. Allora, in un lampo e' si risovvenne di tutto ciò che aveva fatto, gettò un grido stridente e cadde spossato nelle braccia dei birri.
      Qualche ora dopo, si trovò innanzi ad un commissario di polizia.
      Gabriele confessò tutto. Non si ebbe mestieri di maltrattarlo per farlo parlare. Egli aveva impietosito il commissario, tanto vi era di onta e di rimorsi nel suo racconto, tanto la sua stessa coscienza aveva avuto poca parte nella perpetrazione del delitto. Era maniaco.
      Ma, cosa bizzarra, i cinque numeri giocati da lui, uscirono all'indomani!
      Il prete era morto!
      Sei mesi dopo, Gabriele era condannato a ventiquattro anni di lavori forzati.
      L'indomani dell'arresto, il carceriere in capo delle prigioni della Vicaria venne a cercarlo per condurlo nella sua camera.
      Ecco ciò che era avvenuto.
      Concettella aveva studiata la condotta di Gabriele dal dì del duello, con una indifferenza apparente. Gabriele non le aveva mai parlato di sè; ma ella aveva compreso tutta la potenza e la delicatezza della passione di lui; aveva saputo tutto ciò che Gabriele aveva fatto per lei. Ella si era persuasa che oggimai il cómpito della vita di quel giovane era di poterle dire un giorno:
      - Tieni, tu sei ricca!
      Dalla vendita di tutto ciò che la possedeva, ed anche dei doni di Filippo, ella aveva messo insieme un gruzzoletto e si era presentata all'aguzzino in capo della prigione per comperargli la visita che veniva a fare a Gabriele.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





Gabriele Gabriele Vicaria Gabriele Gabriele Filippo Gabriele