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      L'onor di vostro padre è per me una garentia del vostro. Io non voglio strappare Bambina all'asilo che le avete trovato. Ma voglio esser sicuro che foste voi che glielo procuraste e ch'ella vi è rispettata. Ecco l'oggetto della mia visita.
      - Io non ho nulla ad apprendervi, rispose freddamente il barone. Voi dovete sapere quali considerazioni han potuto determinare vostra sorella a fuggire la vostra dimora, ed a quali persone ella poteva indirizzarsi.
      - Lo so di già, rispose Don Diego. Ma permettetemi di soggiungere, che io diffido dei giovani di ventiquattro anni che si fanno angioli custodi delle giovanette di diciotto. Gli è chiaro così?
      - Avete ragione, signore, di esser sospettoso in simile circostanza, quando i fratelli essi stessi sono dei custodi così dubbii. Ma finiamola qui. Voi arrivate di provincia con la rudezza tenace della bramosia, naturale agli uomini che ignorano il mondo reale. Il successo che si viola è sempre un successo deflorato, e perciò sospetto. Fatevi attenzione. Voi appartenete - oso sperarlo ancora - ad un partito geloso, sospettoso, circondato da trappole, il quale vuole restare incontaminato per quanto lo può. Voi sapete tante cose, troppe cose, facili a trafficare, avidamente ricercate. Voi frequentate uomini che ci danno la caccia, cui noi disprezziamo, abili a far chiacchierare gl'ingenui, promettendo molto e tenendo largamente le promesse. Non vi stupite dunque se vi vedete contrariato, e se vostra sorella ha trovato intorno a lei tutto un partito per difenderla, al suo primo grido di allarme.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





Bambina Don Diego