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      Il dì seguente, il conte di Altamura fu rudemente maltrattato ed umiliato, quando il re gli apprese il complotto scoverto da lui la notte precedente, al di fuori delle sue due polizie, ed alla loro barba.
      Il conte esaltò la perspicacia ed il coraggio di S. M. e disse: che come gli era vietato di avere gli occhi e le mani nelle dimore di certi stranieri, egli non poteva evidentemente indovinare ciò che vi si ordiva, e che perciò egli non era colpevole di aver ignorato ciò che accadeva in casa lady Keith. Il re lo malmenò forte, malgrado ciò, lo minacciò, gli rimproverò il danaro ch'egli sciupava per nulla e conchiuse:
      - Ora, bisogna avvisare.
      - Vostra Maestà mi faccia la grazia di esprimermi i suoi desiderii, rispose il conte, ed essi saranno compiuti a capello.
      - Vi è un uomo straordinario che ha rivelato ad una certa Bambina Spani un segreto del marchese di Sora. Voglio sapere chi è codest'uomo.
      - Io posso in questo istesso istante rivelarlo a V. M. Gli è il padre Piombini della società di Gesù.
      - Come! egli avrebbe dei segreti che tace ai suoi superiori, - i quali ce li avrebbero certamente comunicati, - e cui rivela ad una sgualdrinella? I gesuiti sarebbero anch'essi contro di noi, per avventura?
      - I gesuiti, sire, fanno come l'Inghilterra: accettano tutti i fatti compiuti. Per essi il diritto è a colui che lo esercita. Quanto al padre Piombini, egli ama quella fanciulla di una bellezza incantevole.
      - L'ho vista, interruppe il re.
      - Allora V. M. può giudicare della potenza del fascino che quella ragazza ha gettato sul suo confessore.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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