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      Egli fece un quadro dello stato degli spiriti nel regno, che spaventò re Ferdinando. Poi lo consigliò di esiliare quei prevenuti, anzichè aumentare l'eccitamento dell'opinione pubblica con un processo che avrebbe un eco immenso in Europa. Una scintilla su quella polveriera poteva perder tutto.
      Parecchi ambasciatori stranieri parlarono al re nello stesso senso. Ed il principe di Schwartzemberg gli fece inoltre osservare, che non si avrebbero prove, che sir William Temple aveva di già minacciato una tempesta diplomatica sulla violazione del domicilio di un suddito inglese, anche cortese e regale come la si era compiuta.
      Il re dimandò tempo a riflettere. Lasciare una preda di quell'importanza! si minchiona dunque?
      Don Diego aveva portato seco sua sorella.
      Egli non fu arrestato.
      Il marchese di Tregle gli mandò don Gabriele per avere delle spiegazioni; perocchè e' fu accertato da lady Keith che Bambina aveva introdotto il re e l'ambasciatore d'Austria nel padiglione. Don Diego aveva tutto appreso da sua sorella. E' negò tutto.
      Egli aveva ricevuto la mattina stessa la lettera del ministro del culto, il quale gli partecipava, che il re aveva degnato proporlo vescovo di Noto, in Sicilia, e ch'egli avesse a presentarsi al ministero. Don Gabriele, che apprese codesto dal suo amico Fuina, ne portò tosto la notizia al castello S. Elmo.
      Ahimè! essi ignoravano gli ordini che re Ferdinando aveva dato il mattino al conte di Altamura, e la conversazione che S. M. aveva avuto la vigilia col principe di Schwartzemberg!


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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