Pagina (313/387)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Vedeva Bambina in disagio. Leggeva nello sguardo della giovinetta, portandosi da Concettella a lui, un rimprovero pieno di dolore. La sentiva offesa, vituperata. Dette a Concettella due giorni di congedo, le parlò basso nella cucina e la mandò a Procida.
      Concettella si sentì colpita. Ella si credeva sì ben penetrata in quella famiglia, così identificata a quell'uomo, e la si trovava tutto ad un tratto essere un'intrusa, una straniera! Ruppe in lagrime. Don Diego la consolò. L'amore è comunicativo e leniente. Ella si lamentò. Il prete la calmò. Al suo ritorno, all'indomani, la situazione sarebbe chiarita, regolata, giustificata; Concettella sarebbe ammessa ed accettata, o Bambina sarebbe stata collocata altrove.
      Bambina non era più la stessa: ella si era atteggiata a giovane indipendente.
      Ahimè! Don Diego non aveva compreso ciò che aveva di grande e di eroico quella nuova attitudine di sua sorella!
      Bambina che doveva tenere la sua promessa al gesuita, Bambina che vedeva l'amore di suo fratello per Concettella, non voleva impedire il libero esaltamento di quella passione e non voleva contaminare suo fratello, caricandolo della responsabilità della sua condotta verso il P. Piombini. Lo rendeva felice e lo purificava, riserbando per sè sola tutte quelle macchie che mordevano come ferite, tutti i sacrifizi, tutti i rimorsi e tutti i dolori.
      Rassicurata, consolata, Concettella partì per Procida sulla barca a vela che faceva il tragitto giornaliero tra l'isola e Napoli. Ella vedeva ciò non ostante tutto confuso nel suo avvenire.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





Bambina Concettella Concettella Procida Diego Concettella Bambina Diego Bambina Concettella Piombini Concettella Procida Napoli