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      Cos'è dunque codesto prete che ti ammalierebbe adesso? Un prete? bah! codesto prega, ma non ama. D'altronde, non ho io la tua promessa? No, tu non l'hai violata. Quando si ha sofferto ciò che tu hai sofferto; quando si è passato per le prove che tu hai traversate.... non ci è modo di più separarsi: noi siamo incatenati dalla sventura. Di' dunque cotesto a quei signori che aspettano la tua risposta. Hai tu paura di parlare? Non temer nulla: non ti chiameranno una sfrontata; tu ti difendi, tu racconti come le cose sono avvenute. La Santa Vergine anch'ella si difese, quando San Giuseppe l'accusò. Del resto, io non ho bisogno che di una parola sola da te. Non voglio la tua giustifica; io ti credo sur un semplice no che tu pronunzi. Di' dunque, Concettella amatissima mia, di' alla presenza di questi signori che ti hanno calunniata.
      Concettella continuò a tacere ed a singhiozzare. Gabriele la guardava istupidito e turbato. Aveva freddo, si dimenava, si afferrava al cancello.
      - Ma insomma, ma insomma, riprese lo sventurato, una parola è dunque così difficile a dire? Tu non ti rendi dunque conto che quel silenzio sarà interpretato come una confessione? Una confessione! sangue della madonna del Carmine! una confessione? Ma ancora uno si difende. Vi sono delle circostanze attenuanti; vi sono delle ragioni, delle scuse, delle menzogne, che so io? Si dice a tutto andare una qualche cosa. Tu piangi. Piangi? tu ti penti dunque? tu hai dunque dei rimorsi? Dei rimorsi di che? Ma parla, parla.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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