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      Al primo avvertimento, cui il padre Piombini ricevè dal rettore di Napoli, egli gettò affatto la maschera e tagliò corto alle pratiche. Scrisse al generale e gli significò la sua intenzione di abbandonare la società e di secolarizzarsi. Questo colpo scosse il padre Rothaan. La secolarizzazione portava seco la restituzione della fortuna che il conte Bonvisi aveva legata all'ordine. Un processo forse. Un immenso rumore nel mondo. Della luce. Uno scandalo spaventevole. Il generale riunì la grande congregazione dell'ordine per avvisare.
      E avvisarono.
      Infrattanto, la dimanda di secolarizzazione del padre Piombini seguiva il suo corso.
      In questo intervallo, Don Diego arrivò a Roma. Il colonnello Colini, che era in comunicazione col marchese di Sora, aveva saputo da costui tutti i dettagli dell'impresa di Bambina. La non partecipazione di Don Diego nel tradimento era stata accertata, e forse si era saputo anche ciò che la libertà e la dignità episcopale del fratello costava alla sorella. Si sentì l'ingiustizia di tramutare in delitto pel prete la pietà santa della giovinetta. Don Diego fu dunque bene accolto dagli esiliati napolitani a Roma, - e fra loro, dal colonnello, da Tiberio, e dal marchese di Tregle.
      Pio IX era stato istrutto dal nunzio di tutto ciò che concerneva Don Diego. Egli ebbe per conseguenza un momento la velleità di opporsi all'unzione del vescovo. Le osservazioni dell'ambasciatore del re l'addolcirono, forse gli fecero riflettere che non era quello il momento di creare degli ostacoli e delle cattive intelligenze tra il trono e la tiara, tra i principi italiani d'Italia ed il papato.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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