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      Il re aveva impegnata la sua parola: Don Diego doveva essere vescovo ad ogni costo, salvo a corregger poscia l'errore della ragione di Stato con la severità della giustizia. Il papa conobbe egli l'intero pensiero del re? Vi è luogo di crederlo. Vi è luogo a dubitarne. Ad ogni modo, Pio IX non volle ricevere Don Diego, e la consacrazione fu compiuta dal cardinal vicario o dal decano.... Don Diego non se ne informò neppure.
      Don Diego non si preoccupò nemmeno del contegno di Pio IX. Egli aveva contribuito la sua buona parte alla creazione di questo idolo, - il Pio IX rivoluzionario che riscaldò l'immaginazione della democrazia europea nel 1847. Egli conosceva dunque il valore intrinseco del poticke del papato liberale. Si fermò qualche settimana a Roma per visitare le antichità, i musei, le chiese, - dal punto di vista dell'arte, - e s'intrattenne con i numerosi liberali accorsi a Roma da tutti i punti d'Italia e quivi riuniti, chi per adorar ficuli truncus, chi per metterlo a partito, chi per studiarlo, ed altri - gli esiliati - per scandagliarlo. Don Diego vide allora ciò che gl'italiani non han compreso di poi che Roma in quei dì era la loro necropoli e non la loro capitale; che non vi erano più romani ma sudditi del papa, salvo qualche eccezione, e che quella città non potrebbe aver vita, se pur vivesse, che mediante la trasfusione del sangue delle altre città italiane.
      Le nuove della salute di Bambina lo rassicuravano; prolungò il suo soggiorno. Egli non vestì la sottana cremisina episcopale onde essere più libero.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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