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      Lo scorse in fatti, ma favellando col segretario dell'ambasciata di Napoli. Ebbe un movimento di viva contrarietà. Don Gabriele che gironzava intorno alle carrozze, sorvegliando il carico del bagaglio del vescovo, riconobbe il gesuita, cui aveva sovente visto in compagnia dei suoi amici. Si avvicinò dunque e gli dimandò:
      - Padre riverendissimo, avete bisogno di qualche cosa da Napoli?
      - Che? partite anche voi?
      - Ah! per bacco, sì! sclamò don Gabriele, e cominciò a zufolare il ritornello di una canzone napolitana in voga: "Napole bello mio!"....
      Il gesuita restò pensieroso un momento, poi riprese:
      - Vorreste rendermi un servigio?
      - Due, tre, e tutta la mezza dozzina, se posso farvi piacere.
      - Ascoltate. Io ho una lettera da mandare ad uno dei miei amici del Gesù Nuovo. Non voglio confidarla alla posta. Vorreste voi incaricarvene?
      - Datela qui.
      - Ma il servizio ch'io vi chiedo è questo qui. Appena metterete il piede sul lastrico di Napoli, voi non andrete a casa vostra, fosse pur vostra moglie, vostra figlia, o vostra madre che vi aspettino. Prenderete una vettura e vi renderete immediatamente alla chiesa del Gesù. Se il padre Piombini è al suo confessionale, voi vi avvicinerete senz'altro a lui e gli darete la lettera dicendogli: "Leggete all'istante, più presto che all'istante!" Se la chiesa è chiusa, andrete al parlatorio e lo farete chiamare dicendo che voi vi nomate Marco Savelli. Egli verrà immediatamente, e voi gli rimetterete la lettera.
      - Io compirò punto per punto il vostro desiderio.


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Il re prega
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1874 pagine 387

   





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