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      Essa sola colaggiù ha saputo respingere con energia tutte le calunnie contro gli uomini della rivoluzione: essa sola non ha piegato ad alcuna suggestione per arrestare l'opera o avvelenarla col ridicolo: essa sola ha avuto il coraggio di rigettare ad alta voce, di rigettar sempre sul viso dell'oppressore la protesta dell'imprescrittibilità dei diritti dei popoli: essa sola ha difesi i vinti e li ha sottratti come ha potuto all'ira del despotismo: essa sola come l'albero della foresta si è tenuta all'erta, quando le foglie della rivoluzione, inverdite un istante, sono ad una ad una cadute: essa sola ha fede nella vittoria del domani dopo la sconfitta della vigilia: essa sola medica i feriti e conforta gli scoraggiati. Questa parte eletta della nazione non ha che una bandiera, quella dell'indipendenza. La parola Italia, una parola magica, una parola per lei sino ad ieri incognita e per lungo tempo scomunicata come una bestemmia; la parola Italia è risuonata nel suo cuore, ed una rivoluzione profonda si è compiuta nei suoi affetti. Puerilità di forme, puerilità di principii, puerilità di abitudini, puerilità di convenienze; tutto è svaporato come la nebbia trasparente dell'alba, e non è restata che questa idea severa e solenne come la credenza in Dio, la libertà dell'Italia una ed intera. Tutte le mene meschine del governo, tutte le intimidazioni sono state inefficaci: l'anima non ha saputo ritemperarsi ed è rimasta incardinata come le Alpi sulla idea potente della libertà, la quale uscita da quella specie di vago ed indeterminato in cui aveva navigato sinora, si è concentrata in un essere vivo, bello, giovane sempre benché gualcito, seducente sempre benché prostituito, l'Italia.


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La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





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