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      Forse non ne seppe abbastanza, forse fu tradito dai suoi agenti, forse si spaventò dell'imminenza del combattimento, forse attendeva l'ora opportuna o per soffocare la cospirazione come Laocoonte, o per dominarla e dettarle le leggi. Sia comunque, inscienza o cognizione, paura o tolleranza, favorì la rivolta che a grandi passi si approssimava ed apprestava le armi.
     
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      9. La nazione napolitana era come un corpo in cui il vigore della vita si batte contro gli attacchi di una malattia mortale. La volontà ferma, l'ostinazione di non perire, l'hanno potuta solamente salvare. In un paese in cui tutte le ricchezze sono riposte nella coltura del suolo, l'agricoltura è ignota. Le leggi sulle successioni, quelle sulle ipoteche, sul registro e sul bollo, quelle del compascuo, quelle delle acque e foreste, la mancanza assoluta di strade e di ponti, i dazi, i balzelli, rendono la proprietà territoriale un peso, ed influiscono alla trascuratezza agricola. La mancanza di vendita dei prodotti fa maledire la fecondità della terra. Il commercio pallido e meschino di qualche produzione, esercitato per monopolio e per ogni verso gravato di acciacchi, era venuto a poco a poco a mancare; e già quello delle biade, dell'olio, delle lane, dei formaggi, della rubbia era stato usurpato da altre nazioni che gli facevano concorrenza; già quello dei frutti, delle sete, della liquirizia, della canapa e delle civaie agonizzava. Le industrie erano scarse, e qualcuna favorita da tanti privilegi ed eccezioni da rendere qualunque altra concorrenza impossibile, o mortale; qualche altra vietata di proposito deliberato.


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La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





Laocoonte