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      Ma sia che a tutti non fosse possibile mostrare la calma senile di chi ha obliato ogni danno e nulla medita per sottrarsi ai suoi malori, sia che la prudenza non č la virtł dei giovani, o il contrattempo, la fatalitą di tutte le cospirazioni, le cose andarono diversamente.
     
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      13. La sera del 14 dicembre 1847 era una di quelle notti tiepide e stellate di Napoli che tanta fascinazione esercitano sullo spirito, e che involontariamente invitano alla malinconia ed alla meditazione dei destini dell'uomo e del suo avvenire. Quando lo sguardo si perde nel profondo de' cieli e sembra sollevarsi fino a Dio; quando il velo trasparente della notte ingrandisce i confini dello spazio e slancia l'anima avida in regioni incognite; quando un mare azzurro e tranquillo si compiace moltiplicare i fuochi del cielo e con le sue ondulazioni imprimer loro una vita soave, un movimento arcano; quando un vulcano č lą a due passi per rischiarare di una luce fantastica la variopinta cittą che stende, come Ero, le sue braccia per istringersi al seno le onde innamorate le quali le portano i profumi degli aranceti di Sorrento ed i misteri della luce della grotta azzurra di Capri; quando infine si contempla tutta quella scena sotto il prestigio dei colori della notte, l'anima si apre alle commozioni, il pensiero diventa un'ardente poesia, l'entusiasmo l'inebria. Allora si sente il bisogno di sviluppare le facoltą dello spirito in tutta la libera e vergine potenza che loro venne data da Dio: allora l'istinto sfugge e scuote le miserabili catene che una societą canuta gli impose.


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La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





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