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      E fin d'allora il colpo di Stato del 15 maggio si
      patteggiava. Il re non aveva perduto un bruscolo di potere, ed aveva acquistata la facoltà della corruzione uffiziale di più. Si era solamente complicata di un tantino la macchina del governo, ed ecco tutto. Sia comunque, novelle feste si ordinarono, e furono sontuose. Ma mentre Napoli s'inebbriava nella gioia, gli accordi della Sicilia dimenticavansi, e Messina soffriva un orribile bombardamento, solo per assopire una vendetta privata del generale Cardamone. Quest'uomo dimandava ragione alla città di una ferita quivi riportata nel famoso 1° settembre 1847!
     
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      20. La Sicilia era stata obliata dai rivoluzionarii napolitani, ma essa formava il cilizio del governo. Questo non aveva ancora trovato la peverada per assopire il Cerbero d'oltre Faro, come aveva assopito il patriottismo del Comitato di Napoli. Il nuovo ministero intoppò nel primo suo atto. Bozzelli semplice cittadino, Bozzelli presidente del Comitato rivoluzionario, quando col Comitato di Palermo e col suo presidente Ruggiero Settimo concertavasi la comune rivolta, aveva trovati sensati, legali e giusti i patti dei siciliani: Bozzelli ministro li trovò pretensioni svariate e molteplici. A ragione o a torto che sia, i siciliani accagionavano ed accagionano all'unione co' napolitani la causa di tutte le loro non poche miserie, che pure erano miserie comuni, e li odiavano. Essi erano come due cani che stretti dalla catena stessa, in luogo di volerne al padrone, attribuiscono al laccio che li stringe la schiavitù, e si mordono a vicenda.


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La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





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