Pagina (77/212)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le leggi organiche provvisorie si accordavano con la legge fondamentale. Gl'inconvenienti, o per meglio dire l'insufficienza se ne conobbe assai presto. La guardia nazionale fu poco numerosa: gli uffiziali, che dal maggiore in sopra sceglievansi dal re, uomini parte avversi, parte traditori, tutti nulli - e la catastrofe del 15 maggio fatalmente lo dimostrò. Ciò nondimeno una vita novella si manifestò nel popolo. La guardia nazionale, che esprimeva la sua forza, era la prima incarnazione delle conquiste della rivoluzione. Le notizie della sollevazione di Milano e di Vienna vennero a crescere il suo ardire. Il governo perdette allora gli ultimi avanzi di vita, e, caduto nell'atonia, cominciò ad agonizzare. La parte più ebbra del popolo prese le redini dello Stato: e ogni villano addivenne Marcello.
     
      * *
     
      22. Il ministero scomparve. Lo stemma dell'Austria fu trascinato per le strade e bruciato. I gesuiti, assaliti da un gruppo di giovani che ne domandavano il bando, ebbero il tempo appena di barricarsi nella casa. La guardia nazionale accorse, ma il club degli studenti aveva pronunziato l'ordine di uscire, ed il resistere era vano. Una deputazione si recò dal ministro Bozzelli e gl'impose di subito cacciarli via. Qualcuno di quei frati travestito scavalcò i tetti e si salvò dal convento, bloccato dalla guardia nazionale a piedi ed a cavallo, dagli svizzeri, e dagli studenti che incorruttibili ed inesorabili aspettavano il sollecito compimento del loro verdict. Il direttore della polizia Giacomo Tofano ne tirò fuori uno, mascherato a guardia nazionale, appoggiato al suo braccio, ed il tesoro della società, sminuito di alquanto, fu salvo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





Milano Vienna Stato Marcello Austria Bozzelli Giacomo Tofano