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      Il resto è noto. Il Rossi pagò alla giustizia divina ed umana l'apostasia alla sua antica patria. Pio IX sedotto dalle lusinghe della contessa di Spaur, strumento dell'Austria, fuggì dal popolo, che gli aveva fatta l'apoteosi, dopo aver inutilmente ordinato che fosse caricato dal cannone.
      Io scrivo una storia municipale, passo perciò su i grandi fatti di Roma.
     
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      45. Pio IX travestito, con un bambolo sulle ginocchia come una balia, credendo andare a Civitavecchia fu condotto a Gaeta, e vi restò incognito qualche tempo, sino a che re Ferdinando non ne ebbe novella. La buona armonia tra i due principi si era ristabilita. Il re conveniva aver avuto torto di scomunicare il papa nel 1846, di essere stato un po' troppo avventato a chiamarlo papa ghibellino, papa ateo, informe edizione di Alessandro III e di Benedetto XIV, di proscriverne nel suo regno il nome, le encicliche, e coadiuvare due volte l'assassinio tentato dall'Austria e dai gesuiti. Questi adesso gli avevano lasciato un attestato di buona condotta e di buona morale, per la parte rappresentata nel 1848; e la confidenza tra il trono e l'altare era piena ed intera, l'amicizia espansiva, l'accordo provato. Il primo incontro quindi tra Ferretti e il Borbone fu di una tenerezza squisita. I giornali del ministero parlarono anche di lagrime. Le presentazioni uffiziali ed obbligatorie per parte del governo di Napoli principiarono ben tosto. Il papa con bella grazia presentava il piede a baciare, e non obliando mai il vecchio gergo di sposa di Cristo vedovata, di orbe cattolico in lutto, di cristianità in lagrime, di adulterio delle sante cose, si degnò per fino parlare di agricoltura coi magistrati, e di candele steariche con i militari.


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La rivoluzione di Napoli nel 1848
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
pagine 212

   





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