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      .. e tutti questi - che Dio ne faccia un milord - non mi sembrano sintomi di sottodiaconato. Ne farei un procuratore? Ma il disgraziato ha troppe fantasie. Un farmacista? ma sa leggere e capisce il latino. Per esser cappuccino ha troppe tendenze al peccato. Avvocato, darebbe piuttosto il suo, che prendersi quello d'altrui. Si potrebbe forse tirar su un architetto di quel diavolaccio: ha la mania di demolire e ha bucata tutta la casa; ma Sacco-e-Fuoco dice che non sa le matematiche. Potrei sbozzarne fuori un cantante, poichè ha la voce più stonata del mondo; ma quel mestiere lì non mi piace con un pubblico che fischia quando deve applaudire ed applaude quando dovrebbe fischiare, senza contare i giornalisti. Preferirei quasi che facesse il commediante perchè, quando ripete le sue lezioni, canta e grida come un'anima del purgatorio; ma quella carriera conduce quasi sempre alla miseria. In quanto al mio mestiere, l'è sporco, e Bruto, piuttosto che toccare una goccia d'acqua ed un pezzo di sapone, si tiene una bella macchia d'inchiostro sul naso per sei mesi. Di maniera che io non veggo altro per lui che di farne un medico o un chirurgo. Il sangue non lo spaventa. Non l'ho mai veduto affliggersi per la morte di chicchessia. Mente, come sua madre dice, un'Ave Maria. È grave, parla poco, non va mai a messa, giuoca alle carte, ha una bella fisonomia ed un corpo solido; è infingardo come un vescovo. La sua vocazione è, dunque, predestinata.
      Pieno di questa magnifica idea, mastro Zungo si alza, si veste, mette il suo panciotto alla rovescia, dimentica la cravatta, rimbocca le maniche fino al gomito, afferra la sua berretta, il piatto di stagno, la busta dei rasoi, un pugno di tele di ragno, e via!


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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