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      Ciò non è possibile. Egli è ricco e nobile, ella è bella e nulla più. E poi è una popolana. Provocare quel miserabile.... benissimo. La polizia mette in prigione il padre e dà alla figlia, una patente di.... di....
      - Ma voi farneticate, signor mio, disse Bruto; non c'è nulla di tutto ciò, nulla, assolutamente nulla.
      - Zitto! zitto! continuò don Gabriele. Voi non capite che con una commedia, come questa, farò otto rappresentazioni al giorno? Che donna Peppa si arricchirà? Che tutta Napoli vorrà vedere il suo sergente Sacco-e-Fuoco? che vi saranno lagrime, grida, imprecazioni e buccie d'arancio sul capo del cavalier Polidoro? È il nome che voglio dare al seduttore di Fortunella. È magnifico! bravo giovinotto, grazie, grazie! Avete l'entrata gratis al mio teatro e ai primi posti.
      Bruto, stordito, comprendeva appena e credeva comprender male. Vedeva il suo povero sergente trascinato in una bufera di avventure, di pericoli, di sventure, di miserie e sentivasi venir la voglia di prendere pel collo quel piccolo diavolo di uomo e dirgli: Basta così, brigante! Non voglio che tu mi sperperi così il mio veterano. Intanto don Gabriele dimenticava le sue carote, i suoi cavoli, la sua pentola e ruminava e parlava fra sè!
      - Ma scusatemi, caro mio, disse Bruto alla fine, chi siete voi che mi prendete così il mio sergente e la sua Giuseppina per farne Dio sa che cosa? vi proibisco di toccare il sergente o la va a finir male.
      Don Gabriele si mise a ridere e rispose: - Calmatevi, giovinotto, io son don Gabriele.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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