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      Tutta Napoli conosce don Gabriele, il direttore del teatro di Donna Peppa. Scommetto che m'avete udito al Molo nel mio teatro ambulante di burattini; che avete riso cento volte delle mie storie e delle mie arguzie e che non m'avete mai dato un centesimo. Sta bene; lasciatemi fare adesso, lasciatemi il vostro sergente e vi prometto di occuparmi a trovare le tracce della Giuseppina. Per mia sventura, ho sovente a riveder taccoli colla Polizia, a causa del mio mestiere. Li conosco tutti quei cari agenti; m'informerò di quella donna. Datemi, però, qualche indicazione più precisa. Scrivete al vostro sergente e portatemi la sua risposta.
      La transazione sembrò andar a sangue a Bruto. Inoltre, senza ch'egli se ne accorgesse, don Gabriele l'aveva colpito. La sua maniera di parlare, il suo slancio, l'accento, quell'impero indomabile che l'arte prende sull'uomo avevano aperto nello spirito di Bruto una via a nuove idee, ad un istinto nascosto, a dei desiderii sconosciuti, a delle speranze vaghe ed indefinite.
      - Sia, diss'egli: ritornerò. Ma ad una condizione: che non metterete il mio sergente sugli avvisi, finchè io non sappia in che storia lo fate figurare. Per Dio! non voglio che faccia nè la figura d'imbecille, nè quella di un sacripante. Se lo sapesse, ci romperebbe le coste a voi ed a me.
      - Non temete di nulla, giovanotto. Quando mi conoscerete meglio, capirete che la raccomandazione è inutile.
      - E poi non mi piace che facciate morir Giuseppina. Ho un'idea....
      - Dite, ragazzo, dite, sclamò don Gabriele ansioso.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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