Pagina (98/267)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Bruto sottoscrisse ad occhi chiusi a queste condizioni.
      Quel giorno stesso, dopo il pranzo, si fece lo sgombero. I mobili e le masserizie di don Noè non formavano il carico di una carretta. Ora, nelle sei stanze del nuovo appartamento del dottor Bruto, quelle mobilie elementari facevano l'effetto di una mosca in una cattedrale.
      - Ci vogliono arredi e addobbi, disse Bruto passeggiando nelle stanze. Non posso ricevere i miei clienti, se ne ho, e pregarli di seder su i quadrelli del pavimento.
      - Certamente, dissero in coro don Gaudioso e don Gabriele.
      - Quanto credete voi che potrebbe costarmi il rimpinzar qui dentro seggioloni, divani, sofà, letti, orologi, armadii....
      - Avanti, avanti.... delle statue, dei quadri, delle tappezzerie, degli arazzi, eh? disse don Gabriele.
      - Ho un'idea, osservò Bruto. Se ho da arredare queste stanze, voglio arredarle per bene.
      - In questo caso, l'eredità di tuo zio ti s'inghiotte d'un boccone, disse don Gaudosio.
      - O all'incirca, osservò don Gabriele. La è grave. Ma, poichè egli ha un'idea su questo proposito, bisogna effettuarla nel miglior modo. Non mi piacciono le idee che restano pulcellone. Quando si ha un'idea, bisogna che la prolifichi, fosse pure per produrre dei piccoli mostri....
      - Allora, disse Bruto.
      - Allora vuoi lasciar fare a me? Conosco tutta Napoli, io. So dove si trovano uomini e cose.
      - Ti do carta bianca.
      - Non assicuro che sarà qui come al palazzo reale, soggiunse don Gabriele; ma non sarà nemmeno l'appartamento d'un droghiere.
      - Comincieremo domani, disse Bruto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





Bruto Bruto Gaudioso Gabriele Gabriele Bruto Gaudosio Gabriele Bruto Napoli Gabriele Bruto