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      Bisogna che la sua camera sia pronta fra otto giorni.
      - La camera di chi?
      - Di chi? del colonnello, per Dio! Gli scrivo domani di venire.
      - E gli dite che sua moglie e sua figlia sono al suo comando?
      - Me ne guarderò bene. Gli scrivo: Vieni! e gli mando venti ducati per il viaggio: gli dico di partire senza strepito, per non svegliare la polizia e fra otto giorni il colonnello sarà qui.
      - Ed il passaporto?
      - Ci penserà lui. Entrerà in Napoli di notte, a piedi, nella sua pelle di sergente, che non desta sospetti.
      - Venga, disse don Gabriele, la sua camera sarà pronta. Digli però di fermarsi a Portici, il tal giorno, la tale ora, nel tal sito, ed anderemo a prenderlo.
      - No; lascialo fare: la sa più lunga di noi.
      Il domani don Gabriele si mise all'opera.
      Dove mai abbia frugato, non saprei dirlo. Ma fatto è che disotterrò la più curiosa collezione di sedie, seggioloni, sofà, armadi, tavole, portiere, tappezzerie che siasi mai veduta. L'insieme stuonava; ma ogni cosa, presa a parte, era un gioiello. Delle sedie del secolo XV ad alta spalliera, intagliata a fogliame e coperte di cuoio di Cordova dai gigli dorati, si vergognavano vicine a quattro cortine di broccatello del 1500; dei canapè del secolo XVIII in arazzo, in legno verniciato azzurro ed oro, coi loro arabeschi, i loro fiori, i loro amorini paffuti, litigavano con due mensole del 1600 in marmo giallo e legno dorato, intagliato a fiori come un merletto.
      Ah! se quei mobili avessero potuto raccontare ciò che avevano udito e veduto, donde venivano, per quali peripezie erano passati, come avevano rotolato giù e come dal buio fondaco di un rigattiere, dove si accimorrivano, erano venuti a trovar riposo nel salotto di questo figlio d'un barbiere, embrione di medico, che non li apprezzava punto e che avrebbe preferito l'acagiù, o il palissandro coperto di reps!


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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