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      Nè ella nè sua madre non stanno più qui. È tutto ciò che posso dirvi.
      - Bisogna ricominciare! brontolò don Gabriele. Andiamo, Fuina, alla riscossa.
      Il colonnello restò al buio di tutto. Alla sua volta si mise a frugar Napoli in cerca di Giuseppina.
     
     
     
      CAPITOLO XIV.
     
      Le conseguenze di una prescrizione del dottor Tibia.
     
      L'idea di Bruto, il lettore se ne è già addato, era di rivelare al colonnello l'esistenza di sua figlia e di chiedergliela in isposa, sottraendola così alla pressione malefica di sua madre. Ma questa, scaltrita dalla sua lunga lotta colla polizia, credendo averne sempre alle peste i segugi ed avendo al primo colpo d'occhio creduto indovinare una spia in don Gabriele, affrettò l'esecuzione del suo progetto e scomparve con Lena. Bruto rimase abbattuto.
      Cercò consolarsi coi suoi libri, distrarsi coll'esercizio della sua professione. Don Gaudioso, il farmacista, gli aveva promesso di aiutarlo e tenne parola. Bruto cominciò ad avere dei clienti, un ciabattino, un servitore di ricca casa, qualche serva, una corista di un teatro di terzo ordine, il pizzicagnolo sull'angolo della via, il cancelliere aggiunto del commissario di polizia del quartiere, una giovine crestaia, ma tutti costoro davano più lavoro che danaro, delle benedizioni e mille promesse. Don Gaudioso non si stancava tuttavia di predirgli un brillante avvenire, e perfino la carrozza.
      Bruto passava i suoi momenti di ozio nella farmacia del suo compatriota, aspettando.... chi lo sa! il cholèra, forse, non per cattiveria od avidità, ma per amore della scienza.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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