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      ... Oh! come con dei fiori azzurri sarebbe bello un vestito di quel verde, lì, eh! che ne dite, don Gaudioso?
      - Per chi è quella pozione, bella ragazza? chiese di nuovo Bruto.
      - Per lei, giuro a Dio! c'è forse altri in casa che inghiotta di queste abbominazioni?
      - La vostra padrona, senza dubbio?
      - La mia padrona, appunto.
      - È giovane codesta vostra padrona?
      - Questo, signorino, non è affar vostro, mi pare. Dice di aver diciannove anni, si potrebbe dargliene vent'uno o ventidue; la stiratrice, che la conosce da piccina, assicura che ne ha venticinque.
      - Gli è molto che è ammalata?
      - Siete ben curioso, signorino! S'è accorta, della sua malattia al principio del mese, o della settimana, o della stagione.... ieri.... oggi.... eh! siete contento ora? Ma fate presto, dunque! È l'ora della colazione di Monsieur.
      - È, dunque, maritata la vostra padrona?
      - Per chi, dunque, l'avete presa?
      - Scusate, non ero per offenderla. Che malattia ha dessa?
      - Son forse medichessa io? E a voi cosa importa di sapere che cosa ella ha? Peste! ho servito undici mesi nel convento dei Miracoli. Ohi oh! se ne vedono delle belle in codesti pensionanti! vi si acquista della probità.... E la padrona si nasconde, come se a vent'anni, uscita da un convento di Napoli, dovessi ignorare cosa vuol dir esser pallida, pensierosa, piangere, avere degli uragani di capricci, purgarsi ed ingollare questi orrori che le porto io! Ma fate presto, presto! non c'è bisogno di tanta attenzione. Sono sicura che la non verrà mai a capo d'ingoffare l'orrida cervogia che le reco.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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