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      - Chi siete voi? Cosa volete?
      - Vi dirò il mio nome altrove, se può farvi piacere; pel momento, voglio parlare a quella dama.
      Il Maggiore misura uno schiaffo, che parato a tempo dal marchese, va a cadere sulla faccia del conte, mentre l'aggressore ne riceve uno a sua volta formidabile. All'indomani il marchese ed il Maggiore si battevano alla spada. Questo bell'uomo, ch'era venuto a sostenere il trono dei borboni a 250 franchi il mese, non doveva più, poveretto! udire il ranz des vaches(10) delle sue montagne.
      Non si uccideva allora un bell'uomo a Napoli, così sicuramente come vi si poteva uccidere un carbonaro, quand'anche fosse un repubblicano.... svizzero. Il marchese fu obbligato a nascondersi. Suo padre pregò il conte di Llamanda d'implorare dalla regina che ottenesse la grazia di suo figlio. L'eccellente regina Urraca fu commossa dal dolore di quel vecchio, dalle preghiere del custode de' suoi canarini, dalla causa del duello; il re, che doveva avere qualche riguardo per sua madre, si rabbonì, piegò e finì col far grazia. Il marchese andò a ringraziare il re e la regina madre.
      Da quel giorno abbandonò la casa paterna, prese in affitto un piccolo appartamento del palazzo Sirignano, a Fontana Medina, e divenne guappo. Chi avrebbe osato litigare con lui, che aveva ucciso un sì grosso selvaggiume e che aveva provato di aver tanto favore a corte, colla grazia ottenuta?
      Nella cucina del suo appartamento tutti i sorci della casa andavano a dare delle feste da ballo. Grog, che dopo la piccola disgrazia toccata nella sua discesa accelerata, aveva avuto l'ambizione di avanzare di grado, riceveva le sue relazioni nella sala da pranzo.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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