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      I ragni si erano impadroniti della sala di ricevimento.... Le altre due stanze soltanto restavano per uso del marchese.
      Nel piccolo gabinetto e nella stanza da letto regnava e governava, quindi, il massimo disordine.
      Gli stivali erano sul canapè, gli abiti per terra o sulle sedie. Sopra un armadio stava un utensile, che per solito si tiene nascosto in un piccolo mobile vicino al letto. Il marchese lo nascondeva, a dire il vero, sotto un volume di Paul de Kock, preso a prestito dal vicino gabinetto di lettura.
      Le pipe, i sigari erano misti, sul tavolo, alle lettere, a' bigliettini profumati, di differenti colori. Qua e là differenti pistole, dei biglietti di visita, delle scarpine da ballo, i pazienti conti del sarto e del calzolaio, delle cravatte, delle spille e degli anelli, dell'acqua antiemorragica del Binelli, delle filaccie, dei taffetà, dello sparadrappo, dei fiori appassiti, delle fotografie di donne, degli speroni e degli scudisci, delle pomate, dell'acqua di odore, delle pastiglie, della polvere dentifricia, delle spazzole ed un berretto turco.
      Davanti il letto una pelle di lupo ed una veste da camera meglio appariscente che ricca; le cortine del letto bruciate in diversi siti dal sigaro; le coperte tutte strapazzate. I muri zebrati di sciabole, stocchi, pistole, fucili, fioretti, d'uno scudo romano, - che il signor Quaranta assicurava essere la non bene relicta famula, di Orazio, quando fuggì dal campo di battaglia di Farsaglia, - d'una mazza d'arme del medio evo, - che il marchese giurava aver appartenuto a Riccardo Cuor di Leone dacchè aveva letto in un romanzo le prodezze di quel re inglese, - d'una corazza di maglia, d'un elmo da pompiere, - battezzato dal marchese come elmo del Tancredi del Tasso, - d'una corazza ed altri oggetti d'armatura del medio evo, d'un uniforme verde di guardia urbana.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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