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      Ho subìto i primi disinganni. La ragazza, che io voleva sposare, è stata rapita e mi ha piantato lì con un peso sul cuore. Ora sto in aspettativa, ma interrogo il mio cranio, secondo il sistema di Gall, per conoscere se ho le protuberanze d'un marito.
      - E cosa vi risponde il cranio, don Bruto?
      - Niente di buono. Non ho che la pazienza, ma mi sforzo a famigliarizzare coll'educazione le servitù ribelli che mi mancano.
      - Se avete la pazienza, non cercate nessun'altra virtù coniugale. Con quella sola sarete il modello dei mariti.
      - Credete? Pure io penso che un marito il quale non ha fermezza di carattere....
      - Disgraziato! volete dunque portare il germe della ribellione nel vostro matrimonio? Pazienza, discrezione, obbedienza, miopia, bonomia, ecco...
      - Cospetto! non ho nessuna di queste qualità, eccettuato....
      - Avete l'essenziale, dottore. Ma quali qualità cercate in vostra moglie, eh?
      - Sto per i capelli rossi.
      - To'! come quelli di Cecilia.
      - Scusate, non volevo fare un'allusione. Ma è forse un'idea spontanea, destata dalla contemplazione delle treccie della signora vostra figlia.
      - Andiamo avanti, va bene. I capelli rossi sono per voi capelli dorati. E poi?
      - E poi mi piace una bella pelle candida, con degli occhi neri, un bocchino dalle labbra rosee e dai dentini bianchi.
      - Come Cecilia, dunque, oppose di nuovo il conte.
      - È vero, la signorina ha tutto ciò, perchè è bella. E mi piacciono le ragazze dalla persona flessibile, che portano arditamente il capo sulle spalle, che danno a volta dei sorrisi, a volta delle scudisciate, che abbracciano e mordono, secondo.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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