Pagina (171/267)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Miserabile! gridò Bruto.
      - Ascoltate insomma. Il marchese mi condusse in una casa di campagna, in cima alla collina di Posilipo.
      - Infame! infame! continuava a gridare Bruto.
      - Là, però, egli si mostrò tutt'altro uomo. Egli mi preparava una sorpresa. Quella bella casetta di campagna era abitata dal maestro di cappella Antonio Coralto, dalla sua vecchia moglie e da un servitore. Il marchese mi presentò come sua sposa.
      - Come sua sposa! sclamarono don Bruto e don Gabriele.
      - Il maestro Coralto era un vecchio amico di casa. Aveva dato delle lezioni di musica alla madre del marchese; forse era stato uno dei più intimi amici della Principessa di Noto, che ai suoi tempi passava per esser molto galante. Il maestro aveva tenuto sulle ginocchia il marchese quando era fanciullo. L'amava. E il marchese l'amava pure al modo che egli sapeva amare. Aveva, dunque, detto al maestro che mi aveva sposata, contro la volontà di suo padre, in segreto e che desiderava restar nascosto. Questa delicatezza dalla parte d'un brigante mi toccò un poco.
      - Che generosità, infatti! disse Bruto.
      - Dal giorno dopo, soggiunse Lena, io divenni l'allieva del dotto ed abile professore. Il marchese voleva farsi perdonare l'infamia del presente, preparando il mio avvenire.
      - Comprendo ora il tuo debutto, disse Bruto.
      - Il mio debutto è l'opera del caso. Appena il maestro Coralto ebbe udita la mia voce, si entusiasmò. Se avesse potuto trasfondere nel mio capo, con un fiat, tutto quello ch'egli sapeva, l'avrebbe fatto. Io era, diceva egli, la gloria della sua vecchiezza, l'ultima emozione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





Bruto Posilipo Bruto Antonio Coralto Bruto Gabriele Coralto Principessa Noto Bruto Lena Bruto Coralto