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      Comprendi? Dal 1815, senza posa, senza disperare, senza stancarsi; con tutti i mezzi che ha potuto adoperare, egli l'ha chiesta a Dio, agli uomini, alla polizia, al clero, alla città, alla notte, ai suoi amici, ai suoi sogni, alle strade infami, ai conventi, dappertutto, sempre, egli la cercò quella Giuseppina che era la madre della sua figlia.... Tu non sai che questo colonnello, che ha tanto amato, è la creatura la più nobile di Napoli.
      La probità, l'onore, la generosità di carattere, la fierezza, la rassegnazione, nulla gli manca; null'altro che quella donna che era infame e che è morta; e quella figlia che è disonorata.
      - Che vuol tu dire? gridò Lena.
      - Codesto sergente di Mack e di Ferdinando Borbone, continuò Bruto, codesto colonnello barone Colini era l'amante di tua madre, Giuseppina allora, Serafina poi, quando volle sottrarsi alle ricerche della polizia; e codesta figlia del colonnello, questa figlia ch'egli cerca da tanto tempo, sei tu, Lena.
      - Bruto, Bruto! urlò Lena, alzandosi d'un balzo come una tigre, la voce soffocata, gli occhi scintillanti....
      - Noi te l'abbiamo condotto, Lena, e' venne con noi nella soffitta ove tu stavi, io gli preparava un compenso all'orribile dolore, alla vergogna ch'ei doveva provare vedendo tua madre; io gli preparava una gioia nella figlia.... Madre e figlia erano sparite! la madre per espiare colla morte, la figlia per continuare la vergogna e l'infamia della madre....
      - Bruto, Bruto, abbi compassione di me! sospirò Lena gettandosi nelle braccia del giovane e singhiozzando sul suo petto.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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