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      - Ad te, Domine, clamavi.... Che caldo, signora! Non ho mai sudato tanto in vita mia, neppure quando concorsi per essere arciprete. Un concorso famoso, signora.... Monsignore ne restò stupito.... Ad te, Domine clamavi.... Come vi chiamate, signora? Di che paese siete? Vorrei solamente sapere se nel vostro paese incontraste mai mio nipote. Ad te, Domine, clamavi.... Non lo credereste, signora? egli è andato a Londra per pagare una ghinea un piatto di maccheroni e vedere come i cani strozzano i topi e come si beccano fra loro i galli, per la conquista d'una gallina. Noi vediamo ogni giorno tutto ciò nelle nostre strade. Ad te, Domine, clamavi....
      - L'è un uomo prodigioso, vostro nipote, signor arciprete, osservò don Gabriele, che studiava i tipi ed i caratteri pel suo teatro.
      - Ad te, Domine, clamavi.... prodigioso! A chi lo dite? s'imbacucca col tabarro l'estate, ha veduto ciò a Saragozza - e porta calzoni di tela l'inverno. Ha la rabbia di comprar roba vecchia. Corre dietro a tutto ciò che è archeologico, perfino le donne! Ad te, Domine, clamavi.... Non parla che di Parigi. Credo che quel paese abbia inventate la luna e le anime del purgatorio.... Vorrebbe fare un Parigi del nostro borgo. Ad te, Domine, clamavi.... Clamavi.... Clamavi.... L'è arrivato. Col vostro permesso, signora, sono obbligato di assentarmi.... Gloria in excelsis.
      L'ora di andar a trovare il marchese essendo giunta, i nostri viaggiatori uscirono dallo stabilimento e ripresero gli asini per ascendere ad uno dei poggi della montagna, ove il casino del principe di Caserta era situato.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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