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      Incontrai pochi giorni dopo Fuina e gli raccontai la disgrazia di mia moglie. Quel miserabile spione sorrise e mi disse di star in guardia, perchè il mare è traditore e talvolta rivela i secreti che gli si confidano.
      - Difatti, soggiunse il Fuina, abbiamo ricevuto questa mattina un rapporto del giudice di Massa, sopra un cadavere sfigurato e schiacciato dalla marea contro gli scogli, che i pescatori hanno raccolto sulla spiaggia e portato in città. Si procede al riconoscimento di quel cadavere.
      Io non risposi, ma il cuore mi si strinse. Avevo un presentimento violento. Quella donna aveva il carattere così mal fatto che io la credevo capace di vendicarsi anche dopo morta. Non m'ingannavo. Delle persone di Sorrento espressero l'avviso dell'identità del cadavere con mia moglie. Il giudice di istruzione segnalò al prefetto di polizia questa rivelazione. Un mandato d'arresto fu lanciato tosto contro di me, per precauzione. La polizia, non guadagnando nulla dagli assassinii, non tentennava.
      La notte seguente io dormiva in una miserabile locanda, detta Fontana dei Serpi, nel più orribile quartiere di Napoli. Una carrozza partiva di quivi l'indomani per Cosenza e io doveva partire con essa, sentendo che l'aria di Napoli mi bruciava. A un'ora del mattino fui svegliato da un strepito alla mia porta. Aprii gli occhi. Il chiaro di una lanterna sorda mi acciecò. Non distinguevo bene cosa vi fosse dietro la parte scura di quella lanterna che proiettava i suoi raggi su me. Ma uno strepito di armi mi rivelò l'accidente; mi alzai di un balzo.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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