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      Qualche cosa ch'era chiuso si aperse in lui. Egli comprese che l'amore non è sempre la delizia dei sensi. Ei si sentì aleggiare nelle zone temperate del marito, senza passare per l'atmosfera infiammata dell'amante.
      Ruitz ebbe vento di tutto ciò, e ne fu indispettito. Nel fondo del suo cuore, egli non aveva ancora forse rinunziato a Bruto e, più il suo stabilimento passava per vicissitudini volgari, più egli rimpiangeva il tempo in cui Bruto l'aveva retto con tanta dignità. Questo matrimonio ora era una conclusione, un'offesa impiantata sur un disinganno, e tutti e due innestati sur un danno. Ruitz comunicò questa notizia alla principessa, la quale ricordava sempre Bruto senza rancore e si mostrava inesorabilmente implacabile contro di lui, Ruitz, per l'infame traffico che aveva fatto di sua figlia.
      Ruitz capì che la principessa era gelosa, che ella aveva forse sorpreso nel cuore di Bruto qualche palpito d'amore per Cecilia e ch'ella attribuiva la lontananza del medico a codesto amore.
      Che trionfo ora, che giustificazione, se egli le apprendesse che Bruto sposava la donna, cui per anni, aveva tenuta nascosta nei ripieghi i più reconditi del cuore.
      Ruitz, dunque, parlò. Egli credeva presentare soltanto la sua giustificazione, ed egli portava un colpo spaventevole: e demoliva la speranza di una donna a quarant'anni. La principessa, non pertanto, non fiatò motto. Sanguinò all'interno: ciò che è il peggiore di tutte le ferite, come il sorriso senza schiudere le labbra è il più disgraziato dei sorrisi.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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