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      La principessa partì quel giorno più presto del solito. Ruitz andò alla Reggia onde fare ispezione de' suoi canarini.
      Alla Corte, dalla regina madre, egli udì parlare di Ondina. Per lui Bruto e Ondina non formavano che un odio a due teste.
      Si raccontavano le avventure di quella giovane, ed in che modo l'ambasciatore di Francia era andato a prenderla al battello a vapore. Si rimontava a ciò che aveva fatto a Parigi pel colonnello, l'incendio che aveva destato contro la Corte di Napoli, il successo straordinario che aveva ottenuto al Teatro Italiano. Questa catena di fatti svegliò un'idea, o meglio un desiderio nello spirito della regina Urraca. - Vorrei proprio udir cantare codesta donna, diss'ella.
      Desiderare, per una testa coronata, è comandare.
      Senza dir altro(25), la regina si pose allo scrittoio e, tanto peggio per l'ortografia e la grammatica, scarabocchiò il suo invito autografo. Però non lo spedì. Ondina si trovava in una posizione eccezionale. La regina poteva dessa, diplomaticamente, invitarla e riceverla?
      Attese.
      Dormì su questa idea onde meglio maturarla. Ella premeditava l'invito, avvegnacchè Ruitz, che conosceva il desiderio di Sua Maestà, la spingesse forte a dargli corso. La regina non fece attenzione all'incoraggiamento audace di quel lacchè, e per ricordargli forse ciò ch'egli fosse, gli disse:
      - Ruitz, vieni a mostrarmi i miei canarini ed a presentarmi i neonati.
      Ruitz accompagnò Sua Maestà in questa ispezione e l'intrattenne a lungo sul canto di quelle creaturine susurrone.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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