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      La regina sorse ad abbracciarla e le principesse non si tennero indietro.
      - Ah! io comprendo, sclamò la regina, perchè ognuno si affretti a compiere i vostri desideri, o incantatrice! Deh! non vogliate chiedere a Giovi d'oltremonti, che umiliano i re, di cangiarci in pastorelle.
      Ondina capi l'allusione e, giungendo le mani, rispose con voce toccante:
      - Aspetto tutto dalla grazia di Vostra Maestà.
      Fu servito il thè. Poi, essendo giunta per le principesse l'ora di ritirarsi, elleno uscirono dal salone. La regina fece segno alle dame di compagnia di seguirle e restò sola con Ondina. Parlarono di Parigi. E come non vi è persona più ghiotta della vita intima delle attrici, che le duchesse, le regine e le monache, Sua Maestà, avendo messo Ondina su questo capitolo, la condusse dolcemente nella sua camera da letto, ove sedettero lato a lato sur un tête-à-tête.
      La bonomia mostrata dalla regina incoraggiò e sedusse Ondina, di naturale franco ed allegro. Ora, se è vero che a Parigi ella era stata saggia, aveva altresì udite ed apprese molte storie da palco scenico e da alcova.
      Ella rise e tagliò le gomene alla sua parlantina. La regina rise con lei. Lanciata su questo pendìo la conversazione approdò al colonnello e a Bruto. Ondina rinvangò allora diversi particolari della sua storia, taciuti davanti alle principesse, svelò alla regina che il colonnello era suo padre e confessò che amava Bruto.
      La regina sentì un brivido e chiamò qualcuno. Venne Ruitz. Sua Maestà gli ordinò di chiudere le finestre della camera che davano sul mare.


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Il sorbetto della regina
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Treves Milano
1890 pagine 267

   





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