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      Che volete! Io adoro Victor Hugo: Spasimo per le antitesi!
      - Ed io pure - mormorò il dottore.
      Al momento dunque in cui riceverete questa lettera, io sarò con la mia antitesi in una sedia di posta sullo stradale d'Inghilterra, ove andiamo a maritarci.
      - Ella mente - gridò il dottore. Ella è in via per l'Alemagna, la Svizzera o l'Italia - in questa contrada abbominevole ove un prete, per venti soldi, commette un sacrilegio con la stessa facilità con cui trangugia una ciambella in un bicchier di moscadello.
      Ahimè! il miglior mezzo per metter fuori sella un diplomatico sarà mai sempre la verità!
      Non mi prendete dunque in uggia: ciascuno per sè! - e Dio per noi tutti, soggiungeva il mio confessore alla pensione. Io vi dimando la vostra benedizione - per parentesi - ed in piene lettere, la vostra benevolenza, come pel passato.
      Il dottore sorrise di nuovo.
      Chi sa ciò che può arrivare. Non vi è una via sola per andare a Roma.
      - Ella era civetta - pensò il dottore - si prepara a divenire sgualdrina.
      Ad ogni modo, ve lo ripeto, dottore: non rancori. Imperciocchè, se, al vostro punto di vista, io m'ò poco cervello per alloggiarvi delle ricordanze, io ò cuore abbastanza per dare loro un asilo. A rivederci, caro zio...
      REGINA.
     
      Il dottore restò qualche tempo a meditar su quella lettera. Non la rilesse. La sapeva già a memoria.
      La testa inclinata sul petto; lo sguardo fisso sui mazzi di rose del bianco tappeto; le ciglia irsute; il respiro precipitoso; e' rifletteva. Poco a poco, però il suo viso spianossi.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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