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      Poi, Regina sapeva tutto - o piuttosto parlava di tutto; perchè la sua memoria prodigiosa la serviva da sovrana.
      Ella ricevè il dottore, innanzi al mondo, con il rispetto e l'affetto di una tenera nipote. Ma, non appena e' si trovarono soli, Regina si piegò all'orecchio del dottore e gli chiese:
      - Orbene, caro zio, voi non mi dimandate dunque mica nuove della gitanella di Nicastro?
      - Ella è morta, la piccola furfantella - rispose il dottore intrepidamente.
      - Che disgrazia! - sclamò Regina - morta! Pertanto, convenitene, caro zio, quella scimmiuola lì era pur gentile.
      - Io ne conosco un'altra che l'è di vantaggio - rimbeccò il dottore baciandola in fronte.
      Il dì seguente ei partì...
      E tre anni dopo, Regina di Nubo, nipote del dottore Gennaro conte di Nubo, usciva di pensione e veniva a Parigi.
      Il dottore la presentò nel mondo l'inverno seguente. Ella aveva diciannove anni.
      Ora, quale era lo scopo del dottore, armando con tanto splendore questa trappola, caricando questa torpedine, e sopra tutto procurando con tanta cura di eliminar dal soggetto qualunque cosa potesse esservi di urtante e d'inverosimile? Ove mirava desso? Che voleva? Tendeva egli un laccio? Si dava egli un complice? Lavorava ad un'opera buona? Si associava un aiuto? Si preparava egli le gioie della famiglia - e' ch'era solo, i due piedi volti alla vecchiezza? Ordiva egli disegni infami su quella pura creatura?
      Per spiegare il pensier del dottore è mestieri da prima di meglio conoscerlo... Vi dimandiam dunque l'onore di presentarvelo.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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