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      Ella aveva rinvenuto il medesimo essere durante i due mesi di peregrinazione passati insieme. Imperciocchè lì, Sergio erasi completamente obliato, aveva messo la sordina all'ebbolizioni del suo cervello; aveva rilegato ben lontano l'esigenze di Parigi, ed aveva vissuto del cuore. Adesso, egli aveva ripreso il suo giogo... E Regina nol riconosceva più.
      - Me l'ànno cangiato - ella dicevasi - o egli m'à stranamente mistificata.
      Ella pertanto non querelavasi. Però, un lievito di amarezza cominciava a germogliare nella sua anima. Non rimpiangeva nulla ancora, ma rifletteva.
      A che rifletteva dessa?
      L'ora giunse.
      Le feste cominciarono.
      Durante il suo soggiorno col dottore, Regina aveva frequentato i balli dei ministri, degli ambasciatori, del Faubourg Saint-Germain.
      Il medico è un elemento neutro nella società. Egli è al suo posto dovunque, nel soffitto come alla Corte; egli à il suo libero parlare, il suo libero procedere; egli è re - egli ordina; egli è padre - e' consiglia. Nipote del dottore di Nubo, Regina andava ove il dottore voleva condurla; nipote del conte di Nubo - uno dei nomi più aristocratici in Italia - ella era al suo posto dovunque.
      Non era la medesima cosa per la signora Sergio di Linsac - quantunque contessa.
      Regina trovavasi identificata alla condizione di suo marito. Il suo posto era disegnato conseguentemente in quel medio ove l'uomo di lettere può vivere - nella sua qualità di uomo; il suo posto era determinato dal partito politico cui egli apparteneva. Dappoichè - nella sua qualità di artista - sopra tutto quando il letterato è celibe, egli non trovasi intruso in alcun sito.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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