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      La donna di mondo marcata dello stigmata dello spionaggio, avendo in tasca una patente di agente provocatore! Quello sgorbio terrificante, ch'ella si sentiva impresso sul sembiante, stillare come catrame dal suo viso, la fece quasi sdilinquire. Ella videsi riconosciuta, smascherata, poi cacciata via dai lacchè, indicata a dito... Ella vide suo marito suicidarsi di vergogna. Si vide rugata, allaidita dal delitto... e rugghiò di dolore e terrore.
      Regina giunse a casa sotto l'impressione di questo incubo. Imperciocchè la sua immaginazione, in qualche minuto, dalla via di Lille, ove dimorava suo zio, alla via di Boulogne, ove ella abitava, l'aveva travolta per tutte le sentine della bassa polizia e, di conseguenza in conseguenza, le aveva fatto traversare e percorrere tutte le infamie, tutti i tradimenti, tutte le miserie. Ella si chiuse nel suo atelier e si lasciò cadere sur un divano, ove si assopì.
      Il suo polso batteva quasi avesse avuto la febbre.
      Svegliandosi un'ora più tardi, molto più calma, Regina si fregò gli occhi come per cacciarne il sonno dai tristi sogni. Sollevossi sul cubito, sorridendo. Poi, dopo aver lasciato galleggiar qualche istante il suo spirito nel vago, ella riprese a ruminare col pensiero, in secondo ripasso e raffinamento, la conversazione con lo zio.
      - Non m'à desso parlato di 24,000 franchi di spese di toilette e di 20,000 per spese di ricevimento? - pensava dessa. Non m'à egli ammonticchiato contesse su principesse e baronesse su duchesse? Non m'à egli parlato di balli, di spettacoli, di feste; e poi di cicalecci vivi ed insinuanti; e poi di vedere, ascoltare, ripetere ad un gran signore curioso, straniero, che vuole disannoiare non so più qual sovrano?


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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