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      Non svegliava alcuna simpatia. Ma eccitava una specie di sorpresa curiosa, e forse un po' di paura - sopratutto quando la sua faccia si oscurava ed e' rientrava in sè o si stecchiva sotto il sentimento della collera.
      Era poi alto, smilzo, ben proporzionato, dall'insieme elegante e senza affettamento, avvegnachè portasse, camminando, la testa un po' inclinata sul petto e la mano dritta sul cuore.
      Le sue maniere erano distintissime, ma poco calorose. Non un gesto, parlando, per rilevare l'espressione di una voce, d'ordinario sorda ed incolore. Non era parlatore. Al contrario, il suo verbo era corto, quando alcuna passione nol dominava. Sotto l'impulsione di un affetto qualunque, però, egli diventava eloquente, poeta, ed aveva un accento sarcastico ed amaro.
      Questo personaggio si avanzò verso mistress Grown e la salutò del capo, con rispetto, senza dire motto.
      - Milord - esclamò mistress Grown restituendogli il saluto - la lettera di Sua Grazia la duchessa di Shetland, cui vostra signoria mi à fatto l'onore recapitarmi, mi apprende che la S. V. desidera di visitare l'ospizio. Sono agli ordini vostri, milord.
      Lo straniero s'inclinò leggiermente.
      - Di dove V. S. vuoi cominciare? - dimandò mistress Grown - dai garzoncelli o dalle figliuole?
      - Dalle figliuole, madama - rispose il visitatore, in inglese, come mistress Grown gli aveva favellato.
      - In questo caso, milord, vogliate darvi la pena di accompagnarmi.
      Lo straniero le offerse il braccio, e cominciarono la visita dello stabilimento.
      Mistress Grown, pur volendo mostrarsi graziosa verso colui cui le avevano raccomandato, bruciava di voglia di conoscere lo scopo di quella visita.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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