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      Mistress Grown guardò fra i due occhi il suo interlocutore, per provar di rendersi conto del senso intimo dell'interrogazione. Poi, dopo un istante di silenzio, rispose secco, secco:
      - Maud, milord.
      - Potreste farla venir qui e parlarle, madama?
      - E che dovrei io dirle, milord, se me lo permettete? - obbiettò mistress Grown, di meglio in meglio stupita.
      - Tutto ciò che vorrete, madama - riprese lo straniero; - basta ch'ella parli.
      - Ah! sclamò la direttrice, osando guardare di nuovo. Vorreste interpellarla voi stesso, milord?
      - Al contrario - rispose questi con vivacità. Io mi ritiro dietro quell'arcata di liane. Io non voglio che udirla.
      Mistress Grown salutò profondamente, come qualcuno che si rassegna a cosa che gli spiace, ed uscì per andare in cerca della figliuola.
      Due minuti dopo, la conduceva Maud della mano.
      Lo straniero si nascose infatti dietro il pergolato.
      Egli si sforzava di comprimere nel suo seno una specie d'inquietudine, che si tradiva fuori per un rianimamento inusitato delle guance ed una respirazione più calda e più celere. Le sue pupille, or ora sì opache, scintillavano adesso.
      Egli avviluppò del suo sguardo la giovinetta, cui mistress Grown conduceva.
      Se questa degna persona avesse potuto osservarlo, ella sarebbe restata sorpresa di trovare tanta vita in un sembiante cui aveva visto un momento fa sì placido e freddo, ed una espressione sì strana su dei lineamenti che un istante innanzi sembravano estinti.
     
      Mistress Grown guidò la ragazza vicino ad un pergolato di clematite, come in passeggiando, parlandole con dolcezza, sorridendole con bontà. Ella non aveva coscienza di ciò che faceva.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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