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      Per me, tutto codesto non à valore alcuno. Ma voi, vi siete voi dimandata, perchè io mi andassi a cercare in una terra straniera, fra le fanciulle abbandonate, la moglie a cui volevo dar il mio titolo, la mia opulenza, il mio amore?
      - Sovente - rispose la giovinetta.
      - E vi rispondeste?
      - Io nono ancora nelle tenebre, e...
      - E?
      - O' paura, ma ò fede: temo, ma credo.
      - Ebbene - sclamò il principe - il giorno in cui lo saprete, il giorno in cui dovrete giudicarmi, Maud, ve ne supplico a ginocchi, siate indulgente. Innanzi di pronunziare la prima parola che vi verrà alla bocca, fermatevi, guardate il cielo... e forse mi aprirete le braccia e direte: io vi perdono!
      - Voi mi spaventate - mormorò la contessa tremando.
      - No, figliuola mia. Imperciocchè voi non avete alcun delitto a perdonare, neppure una colpa.
      - Ma allora?
      - Allora vi sovvenga che potrete versare la felicità in una esistenza, riparare l'ingiustizia o il gastigo di Dio...e che vi amo. Sì, io vi amo.
      - Oh! se potessi comprendere! - sclamò Maud con un movimento istintivo d'ingenuità.
      - Se volete comprendere, e non credere, io mi spiego - rispose il principe con impeto. Ma ve ne supplico ancora, abbiate confidenza. O' voluto parlarvi per dimandarvi questa grazia. Io transigo sul mistero della vostra nascita. Abbiate pietà del dolore della mia vita.
      Maud si tacque per due minuti, poi chiese:
      - Voi nascondete dunque un segreto?
      - Sì.
      - Se io avessi una madre, glielo rivelereste voi?
      - Senza esitare.
      - E quale sarebbe la condotta ch'ella terrebbe in questo caso?


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





Maud Dio Maud