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      Però, se il suo cuore vi è implicato, ella à inevitabilmente dei momenti di abbandono in cui si tradisce.
     
      Se il giovane conte fosse stato un acuto psicologo, le sue osservazioni avrebbero presto messo capo ad un risultato. Ma il conte Alessandro non aveva persistenza nella sua analisi. Imperciocchè egli cominciava sempre per mettere innanzi il cervello, e lo trovava poi sempre distanzato dal cuore.
      Lo studio di Maud era, gli è vero, fascinante. Ma forse, pure il conte Alessandro non fece nulla per scongiurar la magia.
      Nell'esploramento di questa miniera misteriosa di un'anima, e' non rivenne che diamanti: la purezza, l'ingenuità, il candore, l'affezione, la divozione, la pietà, la tenerezza.... Maud cantava tutta la solfa della virtù per quel filosofo di venticinque anni, il più bel giovane dell'impero russo - "dopo l'imperatore" soggiungevano i cortigiani.
      La bellezza di Maud era irresistibile. L'insieme lo aveva impressionato a prima vista. L'esame dei dettagli lo esaltava adesso.
      E' si proponeva di sorprendere negli occhi di sua cognata il secreto della desolazione di lei... e si vedeva nascere l'iride! Egli sperava strapparle dalle labbra la parola del mistero... e vi vedeva pullulare baci che dimandano le ali! E' scandagliava la pallidezza di quel sembiante... e vi scorgeva la trasparenza! E' si aspettava a ritrovar su quella fronte le stigmate dell'ambascia... e vi leggeva l'elevazione della preghiera! La desolata si cangiava in fata; la fata cingeva l'aureola di una santa.
      Che distanza dalle voluttuose bellezze che l'avevano inebriato alla corte di Pietroburgo!


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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