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      Il principe Pietro aveva tutto preparato per lo scioglimento di questo lugubre dramma.
      Maud partirebbe l'indomani, a mezzodì, precedendolo sempre di una tappa. La sua cameriera ed il suo intendente inglese l'accompagnerebbero. Ivan resterebbe presso di lei, fino a che il principe non li avesse raggiunti al villaggio d'Imazoff, a quattro leghe dal castello.
      - Ivan - gli disse il principe - con te io non ò, fortunatamente, bisogno di parafrasi per spiegarmi, nè di rettorica per persuadere. Da quindici anni da che vivi meco, ti sei identificato alla mia persona. Tu provi i miei dolori. Tu comprendi le mie sofferenze. Tu indovini i miei pensieri. Tu udisti come me ciò che occorse nel boudoir di mia moglie, mentre io mi torceva negli artigli del male, Ivan, io mi batto domani con mio fratello... Se io muoio... ella non deve vivere.
      - Padrone, codesto duello è desso inevitabile?
      - Inevitabile! Noi non possiamo più vivere insieme in questo mondo.
      - La vostra decisione è dessa irrevocabile, padrone?
      - Irrevocabile! Se sarà dunque mio fratello e non io che andrà a raggiungervi al villaggio d'Imazoff, apri la berlina di mia moglie, annunziale la mia morte, e bruciale le cervella di un colpo di pistola. Tu non avrai in seguito a presentare ai tuoi giudici che la lettera cui ti dò. L'imperatore ti farà grazia. Io ti fo ricco e libero.
      - Padrone, tutto codesto è inutile: io avrò due pistole. I vostri ordini saranno compiuti.
      Il principe l'abbracciò e sclamò:
      - Sii benedetto, figlio! Perchè Dio, che le à dato tante cose, non le dette altresì la metà della tua anima?


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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