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      Il principe andò a gittarsi sur un canapè nel suo gabinetto, annientato dalle emozioni.
      Maud, che aveva letto la prima lettera del conte Alessandro, il dì innanzi, indovinava perchè suo marito fosse uscito e partito per Parigi, alle sei del mattino.
      Ella svenne quando questa notizia le fu annunziata, e non ritornò alla vita che per svenire di nuovo. Una carrozza era andata a prendere il dottore di Nubo a Parigi, ed era tornata vuota, con la nuova che il principe era venuto a menarlo via alle sette. Le convulsioni di Maud divennero più intense.
      Ella sentì il dottore entrare nella sua camera, e, levandosi di uno slancio su i suoi origlieri, gridò:
      - Ebbene! egli l'à ucciso?
      - Non vi è alcuno di morto, madama. Rassicuratevi - disse il dottore con un sorriso grazioso. Ed ò la persuasione che non vi sarà più alcuno in questa incomoda situazione.
      - Dio vi ascolti, dottore! - sclamò Maud ricadendo su i guanciali.
      Il conte di Nubo ordinò dei calmanti, dette speranze, disse qualche motto gaio, ed entrò nel gabinetto del principe.
      Questi aveva svolta la lettera di suo fratello, l'aveva riletta, e l'aveva spiegata larga larga innanzi a lui.
      Scorgendo il dottore, levossi e dimandò vivamente:
      - Ebbene?
      - L'è seria - rispose il dottore. I fenomeni si complicano. Al deperimento si aggiungono ora le sincopi. Ma io la guarirò.
      Il principe gl'inchiodò addosso i suoi sguardi carichi di odio, lo afferrò pei polsi e susurrò di una voce sorda:
      - La deve morire... Io non voglio uccidere mio fratello... no, non lo voglio!


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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