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      Qualche giorno dopo, e' partì.
      Era verso la fine di novembre. La stagione diventava fredda e pluviosa. Non più caldo sole; non più canto di uccelli; non più farfalle e fiori nel giardino il giorno, e stelle nel cielo la notte.
      Maud, che abbisognava di tutte queste cose - che sono il sorriso della natura - era triste; e la loro assenza diminuiva altresì l'efficacia dei suoi bagni elettrici. Ella si cacciava nelle stufe per vedervi ancora delle foglie e dei fiori e saturarsi dei loro languidi profumi.
      Come tutte le inglesi, ella folleggiava per i profumi.
      Il profumo è il bacio, nella creazione.
      Ella sosteneva di già la scossa della sua serie n. 10.
      Il quinto giorno, Maud si rese nel gabinetto di suo marito e vi cercò l'apparecchio cui il dottore le aveva indicato. Ma era troppo pesante per le sue forze. Chiamò un domestico, segnalò la cassa delle pile alla scritta n. 10, e gli ordinò di trasportarla nel suo boudoir.
      Fu obbedita all'istante.
      Ella precedè il domestico.
      Questi rimpiazzò la serie n. 10 della principessa con quella n. 10 del principe, ed uscì.
      La giornata scorse nella tristezza e nel silenzio.
      Sarah era andata a Parigi per far delle compere. Ella ritornò la sera, portando un numero del Corsaire, nel quale si raccontava, che il dottor conte di Nubo era partito per la Svizzera e che il dottore Pinel l'aveva rimpiazzato presso della principessa di Lavandall, la di cui ragione dava segni di smarrimento funesto - dopo una lettera ricevuta dalla Russia.
      Maud, profondamente abbattuta, gettò il giornale nel fuoco.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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