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      - Meglio vale allora che io faccia rivocare il decreto, e che lo intitoli a qualcuno che abbia intelletto più svelto.
      - Prego V. E. di riflettere ch'e' non trattasi qui di una quistione d'intelletto, ma di una consegna. Se io mi determino ad operare per mio proprio conto, vedrò cosa avrò a fare. Se debbo funzionare per conto altrui, ò il diritto, mi penso, che mi si spieghino gli ordini.
      - Ai tempi miei, i giovani non facevan mica tante moine par piacere alle belle giovinette. Ed ò anche visto, quando ero in Russia, dei belli e forti garzoni mettersi a subbisso per acchiappare un sorriso della vecchia Tzarina. È vero che noi eravamo allevati allora dai gesuiti, e che oggi sono dei pedanti che vi abbrutiscono in ciò che addimandasi un liceo, un collegio, un'accademia, un'università. Ai miei tempi l'era naturalissimo che un marito di cinquant'anni, che si permetteva una moglie di vent'anni, si desse altresì un coadiutore per la confezione della famiglia. Il posto di cicisbeo, e perfino di abbatino, era allora pesante, ma onorevole ed ambito - ed un padre si sarebbe creduto disonorato se avesse appreso che il suo figliuolo era proprio di lui.
      - Ahimè! Eccellenza, l'è una disgrazia. Ma, ai giorni nostri, non si fanno in collaborazione che i vaudevilles per il teatro. I figliuoli in accomandita ed in Compagnia Anonima esistono tuttavia, ma non sono riconosciuti dal Codice Civile - e monna polizia si mischia di quella gentilezza che chiamasi un adulterio.
      - Vattene allora, e sii un semplice bracchiere.


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I suicidi di Parigi
Romanzo
di Ferdinando Petruccelli della Gattina
Editore Sonzogno Milano
1876 pagine 440

   





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